Andria: Consigli Comunali sempre più deserti
L’assenza del minimo rispetto per i cittadini e per le stesso Istituzioni, da parte di chiunque abbia contribuito, affinché le ennesime sedute di Consiglio Comunale del 30 e del 31 marzo u.s., andassero deserte o comunque non si svolgessero, è intollerabile quanto l’assenza di un minimo cenno di “reazione” da parte degli stessi cittadini, che continuano a subire e a...guardare.
Oramai la Sala Consiliare del comune di Andria è diventata un luogo senza più alcuna identità né rispetto da parte di chi, più o meno rappresentativo degli interessi collettivi, continua ad occuparla a proprio piacimento, come se fosse un albergo ad ore.
Se la seduta di Consiglio fosse stata convocata subito prima, o dopo, il concerto di Massimo Ranieri piuttosto che di una serata di gala al Palazzetto dello Sport di Andria, sarebbero stati TUTTI PRESENTI, consorti al seguito comprese.
Immaginate che bella seduta di Consiglio?
Tutti ben vestiti, gioiosi, sereni, sorridenti e ben predisposti al dialogo; quello che oramai in questa città è diventata un’utopia ed un cattivo esempio di come si possa mal utilizzare quelle capacità intellettive che, invece, sono molto aguzze quando si devono assumere “alcune decisioni”; quelle che ti mettono a posto per tutta la vita (intellettualmente, intendiamo!).
Se così deve andare il mondo (anzi, la città di Andria) che andasse pure.
Ma se qualcuno, un giorno, dovesse sentire il bisogno ed il desiderio di smettere di vestire i panni del burattino; di smettere di essere umiliato, relegato a ruolo di semplice spettatore di una commedia che sta andando ben oltre il tempo stabilito, rifletta e si renda conto che i padroni della cosa pubblica, i dominatori delle scene mediatiche, coloro cui, stando al loro dire, i cittadini andriesi e dell’intera nuova provincia dovranno essere immensamente grati in futuro, per aver dato lustro e un futuro radioso a questa città , si assuma le proprie responsabilità e reagisca, parli e si esponga.
Questa città non merita tanto degrado, anche culturale.
Il Presidente
Leonardo Bianchino