Quote rosa, una vittoria non solo delle donne

Intervento di Cristina Capogna coordinatrice cittadina IdV
Redazione 19 Marzo 2011 notizie 1063
Quote rosa, una vittoria non solo delle donne


E' stata finalmente approvata anche al Senato la legge sulle quote rosa nei cda delle società quotate e delle controllate pubbliche non quotate. Il provvedimento ora ritornerà alla Camera. Dopo l'approvazione a Montecitorio le aziende avranno altri dodici mesi prima che la norma entri in vigore. A quel punto ci sarà un periodo, compreso tra il 2012 e il 2015, nel quale la percentuale di donne dovrà essere almeno di un quinto. Le quote rosa andranno a regime, invece, nel secondo mandato tra il 2015 e il 2018, a questo punto la percentuale di presenze femminili nei board delle società dovrà essere necessariamente pari a un terzo.

Come donna e coordinatrice cittadina dell'Italia dei Valori esprimo grande soddisfazione perchè questa legge rappresenta un primo passo in avanti per realizzare una reale parità di rappresentanza tra uomini e donne nei luoghi decisionali ed è un traguardo fondamentale per voltare finalmente pagina. Un cambio di rotta che permetterà alle donne di mettere le proprie competenze e professionalità a disposizione del paese. Un passo necessario per rompere lo status quo e inaugurare un periodo di cambiamento. In ambito lavorativo è infatti evidente che siamo lontani da una vera parità di condizioni e di trattamento tra i due sessi. Questa legge è quindi la prima azione affinché la discriminazione tra i sessi sia ridimensionata perché essa implica un grande spreco di talento.

Se si guarda alle statistiche Istat, infatti, si nota che le donne primeggiano negli studi ma restano in ombra nella carriera lavorativa. Perchè, dovremmo chiederci allora, le donne non arrivano ad esprimere le proprie capacità e competenze? Il mondo del lavoro, dell'economia, del business, così come i criteri di accesso alle cariche sono ancora fortemente maschili e maschilisti. Ma tutta la società italiana dovrebbe comprendere che lasciar morire il patrimonio produttivo e intellettuale di cui il sesso femminile è portatore rappresenta uno spreco enorme nell'economia di una nazione.

Sicuramente noi donne avremmo preferito raggiungere le posizioni di comando da sole, senza il bisogno di una legge, ma purtroppo la realtà storica e le nostre esperienze personali ci hanno dimostrato che, allo stato attuale, la bravura da sola purtroppo non basta e non è un'arma sufficiente per riuscire a spezzare il pregiudizio che ci soffoca limitando le nostre possibilità. E allora le quote rosa rappresentano una risposta forte e tangibile a questo problema. A guadagnarci sarà non solo il sesso femminile ma anche l'intera nazione perchè il merito e il talento sono qualità troppo preziose da sprecare. Per noi donne è ora di uscire dall'angolo, diventare protagoniste, far sentire la nostra voce e riaffermare l'importanza del nostro contributo per tutto il paese.

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