La "ZFU" di Andria sta segnando un momento di stagnazione
Leggendo quotidianamente le dichiarazioni e gli atti governativi sul tema delle Zone Franche, si è ormai suscitato in città un clima di incertezza tale che, invece di rappresentare un’occasione di sviluppo, la “ZFU” di Andria sta segnando un momento di stagnazione. Infatti chi ha la volontà di investire o di avviare nuove attività imprenditoriali è costretto ad aspettare che si chiarisca l’efficacia di questa forma di incentivazione.
Il governo di destra, con l’asse Tremonti-Lega Nord, ancora una volta, dopo aver inficiato nel 2001 i benefici del credito d’imposta voluto dal centro-sinistra, intende mettere in soffitta un ottimo strumento legislativo, soltanto perché istituito del precedente governo Prodi?
E’ sufficiente ricordare che le zone Franche urbane avrebbero dovuto essere operative già nel 2008, dapprima ci fu una frenata sui bandi, poi gli annunci in pompa magna da parte dei parlamentari di destra, che vantavano meriti particolari per il successo di Andria, poi la sottoscrizione solenne (e costosa?) dei protocolli di intesa con i Sindaci da parte di Scajola, poi il depotenziamento degli incentivi ed ora ancora rinvii, dubbi ed incertezze, con le coperture finanziarie che non si vogliono trovare.
Ritengo che l’elettorato andriese possa pretendere dal proprio rappresentante in Parlamento, on. Fucci, invece di miserrime prebende, una presa di posizione chiara ed inequivocabile nelle stanze del governo che sostiene, affinché si porti a compimento un percorso che ha creato finora soltanto illusioni e destabilizzato gli operatori economici del territorio.
Se invece la volontà di Tremonti & C. è quella di non dar seguito agli annunci di Fucci e Scajola, allora lo si dica chiaramente, in maniera tale che, almeno con un quadro stabile, chi vuole fare impresa ad Andria potrà farlo senza ulteriori indugi.