Ai Giovani Democratici teniamo a precisare che non siamo vostri amici

Controreplica dei Giovani Comunisti e FGCI ai Giovani Democratici sulla caduta del Muro di Berlino
Redazione 14 Novembre 2009 notizie 895
Ai Giovani Democratici teniamo a precisare che non siamo vostri amici


Ai Giovani Democratici teniamo a precisare che non siamo vostri amici e quando interloquite con noi vi invitiamo a chiamarci compagni.

Il crollo del muro, salutato anche dalla sinistra "perbene" come segnale di una nuova era di libertà, ha portato a due conseguenze fondamentali. Da una parte, l'unica superpotenza rimasta in piedi, gli USA, ha strinto la morsa sui territori che prima erano inviolabili proprio grazie alla presenza dell'altra superpotenza, l'URSS. Insomma, paradossalmente (ma riflettendoci, neanche troppo), la presenza di un polo comunista ha evitato lo scoppio di numerosissime guerre che ora invece vengono combattute, spacciandole come "democratiche". La situazione di predominio sta fortunatamente cambiando con l'emergere di più poli che possono contrastare lo strapotere statunitense. Per questo, a vent'anni di distanza, la celebrazione della "rinata libertà dei popoli dell'Est" assume un'importanza fondamentale per la classe dominante, perchè permette indirettamente di attaccare quegli Stati che nel XXI secolo, con la parola d'ordine del socialismo, la minacciano (Cina e Venezuela per fare soltanto qualche esempio). Dall'altra parte, la "libertà" degli Est europei è loro costata cara: secondo la rivista Lancet, il passaggio dal socialismo reale al capitalismo più selvaggio, con le privatizzazioni sfrenate che ciò ha comportato, è costata 1 milione di morti, con una mortalità aumentata del 12,8%. Con questi dati, non stupisce che, secondo un sondaggio pubblicato dal quotidiano Berliner Zeitung, il 49% degli abitanti della DDR ammettono che c'erano "alcuni problemi, ma si poteva vivere bene", con un 8% che ritiene che "la RDT aveva prevalentemente lati positivi". Semplicemente nostalgia?

A venti anni dalla caduta del muro e dalla sconfitta di un sistema che, nel bene e nel male, aveva mosso le speranze di milioni di persone, per noi giovani e comunisti è indispensabile non cadere nella trappola della propaganda che in questi giorni riempie il tubo catodico, tenendo sempre presente che quelle donne ed uomini che provarono ad edificare una società basata sulla solidarietà, erano appunto persone in carne ed ossa, e che se sono stati compiuti degli errori essi non vanno né cancellati né identificati con quel sistema alternativo al profitto, ma capiti e corretti. Perché l'alternativa allo sfruttamento non va semplicemente ricercata nel passato, ma ricostruita tenendo conto degli errori già fatti.

Flavio Di Schiena – Giovani Comunisti
Giuliano Miani – coordinatore cittadino FGCI

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