Zaccaro è succube dei suoi ex-fedelissimi alternativi oggi parcheggiati nell’Udc

Nota dei consiglieri comunali del PD, Giovanni Cirulli e Vincenzo Antolini
Redazione 11 Novembre 2009 notizie 964
Zaccaro è succube dei suoi ex-fedelissimi alternativi oggi parcheggiati nell’Udc


Ancora una volta il Sindaco Zaccaro, replica ai sottoscritti e si prostra al cospetto di suoi ex-fedelissimi alternativi, confermando di esserne succubo. Infatti negli ultimi 4 anni varie volte questi signori, oggi parcheggiati nell’Udc, hanno interdetto la sua azione amministrativa, prima sui Pirp, poi sulla provincia, poi con l’appoggio esterno, poi votando contro il rendiconto ed infine presentando (?) le firme per lo scioglimento anticipato del consiglio comunale. A tal proposito sarebbe opportuno che qualcuno chiarisca il rebus delle firme depositate da un notaio che detiene una busta contenente atti non consultabili.

Ci auguriamo che qualcuno ci spieghi quanto fosse coerente il comportamento dell’Udc sul rendiconto di settembre, quando quei consiglieri comunali votarono con l’opposizione senza alcuna ragione politica o amministrativa e senza alcuna reazione da parte del resto della maggioranza, allora nessuno parlò di trasversalismi e di firme tradite.

Per l’ennesima volta, invece di entrare nel merito delle cose da fare, di indicare soluzioni e tempi, invece di produrre atti amministrativi, si cercano dei capri espiatori, si infangano le persone e si inventano ricatti inesistenti. Fa specie che in questo meccanismo perverso si sia fatto coinvolgere anche un professionista ed una persona stimata come il dott. Ninni Inchingolo, che avendo seguito da lontano le vicende di questa consigliatura probabilmente non ha ben chiaro quale sia la verità, mentre il Sindaco mente sapendo di mentire: da oltre un mese non riceve un consigliere comunale.

Noi, invece, siamo stati additati prima come degli irresponsabili, poi come dei vili, ora come dei ricattatori. Siccome è impossibile tutelare la propria onorabilità da accuse così generiche, sarebbe ora che qualcuno indichi quali siano gli oggetti dei nostri ricatti, ancora di più a pochi mesi dalla fine di una esperienza amministrativa nata male e proseguita peggio.

Le nostre posizioni da sempre hanno voluto rappresentare un pungolo nei confronti dell’amministrazione e dell’intera maggioranza, purtroppo l’innalzarsi dei toni è determinato da chi, davanti all’evidenza, cerca di fuorviare il ragionamento ed il confronto, spostando l’attenzione su inesistenti ricatti e minacce, agitando a piacimento lo spettro di dimissioni esclusivamente mediatiche, alzando il livello dello scontro invece di ragionare sulle soluzioni dei problemi.

La firma sul documento di luglio è ancora sacra da parte nostra, ma questo non vuol dire non poter esprimere posizioni più articolate né deve autorizzare qualsiasi tipo di soluzione capestre dei problemi. Allo stesso tempo quel documento impegna l’amministrazione in toto e non solo per gli obiettivi più rispondenti ad imperscrutabili disegni politici.

Abbiamo più volte dimostrato di non essere degli “yesman” ed abbiamo sempre agito innanzitutto secondo il nostro buonsenso, anche recependo proposte condivisibili dell’opposizione.
Il tempo delle scelte ideologiche è finito da vent’anni, se ci si chiede da che parte stiamo, non possiamo che rispondere in un modo: noi siamo dalla parte della buona politica e della buona amministrazione. Buona politica e buona amministrazione che non sempre hanno coinciso con il recinto di questa maggioranza: così abbiamo dissentito quando alle soluzioni politiche si sono preferiti esasperati tecnicismi, quando si sono affidate consulenze ed incarichi esclusivamente agli amici degli amici, nella gestione dell’Andria Multiservizi spa, per la quale chiedevamo e continuiamo a chiedere l’amministratore unico invece di un ormai inutile consiglio d’amministrazione, nella gestione della questione dei rifiuti ed in altre occasioni in cui abbiamo preso posizioni non allineabili a logiche di mera spartizione del potere, alla quale non abbiamo mai partecipato.

Tornando alle nostre dichiarazioni di alcuni giorni fa, abbiamo soltanto replicato ad altre dichiarazioni di un assessore che ci accusavano di voler prendere le distanze dall’amministrazione, rispetto a questa accusa abbiamo ribadito che non possiamo fare altrimenti allorquando vengono traditi gli indirizzi della maggioranza (B3 di recupero in primis) ed allorquando non condividiamo il modus operandi: questione mercato e questione vigili urbani.


Venendo alle polemiche di questi giorni, ribadiamo che, sulla necessità di procedere di pari passo tra spostamento del mercato e nuova progettazione, avevamo preso posizione all’interno della maggioranza da tempo immemorabile. Non osteggiamo il trasferimento del mercato, ma vogliamo che subito si attivino le procedure per la sistemazione definitiva dello stesso. La tensione di questi giorni tra residenti e commercianti, che avanzano istanze legittime, è determinata dal più totale immobilismo su questo punto. Richiamare, ancora, un progetto di finanza fermo al palo da diversi anni e non perché accantonato da parte nostra, ma perché evidentemente non suscita nessun appeal in potenziali investitori, è un atto di scarsa onestà intellettuale.

Sulla questione dei vigili urbani, fermo restando che la giustizia penale continuerà a fare il proprio corso, abbiamo dissentito sul fatto che si sia preferito attendere gli eventi invece di approntare atti risolutivi. Il problema poteva essere affrontato nel 2007 in due possibili modi: revocando (e non congelando in attesa che altri risolvessero il problema) la graduatoria oggetto di indagini e bandendo nuovi concorsi; oppure utilizzando, come per i primi 13 assunti, quella graduatoria, nella quale, è bene sottolinearlo, ci sono anche persone che non hanno tentato di imbrogliare.

A questo punto riteniamo doveroso salvaguardare tutti i lavoratori stabilizzati negli ultimi due anni e allo stesso tempo dare esecuzione alla sentenza del Consiglio di Stato, aumentando la pianta organica della polizia municipale fino alla concorrenza di quanto stabilito dal Consiglio di Stato. Questa soluzione pare praticabile.
Ci opponiamo al tentativo di sottrarsi ad una vera assunzione di responsabilità, ovvero espletando ricorso in Cassazione per difetto di giurisdizione così come ipotizzato dal Sindaco Zaccaro nel corso dell’ultima giunta, perché in questo modo si terranno sulla graticola una sessantina di nuclei familiari ancora per chissà quanto tempo, con dei risvolti imprevedibili anche dal punto di vista risarcitorio per il comune di Andria.
Invece chi invoca la pendenza di un giudizio penale, ci spieghi se e come debba essere applicata la sentenza penale di primo grado.

Dobbiamo deprecare, infine, lo squallido tentativo di utilizzare le legittime posizioni politiche dei sottoscritti come scusa per attaccare il segretario cittadino del PD, partito che ancora non ha regole di funzionamento, e che presto dovrà dotarsene. E’ strano che a farlo sia, poi, un soggetto che ha condiviso questa fase congressuale con alcuni esponenti istituzionali che, tutte le volte in cui il partito si è espresso a larghissima maggioranza su determinati temi, non hanno mai perso occasione per contraddire il segretario, il capogruppo ed i deliberati del coordinamento. Chiariamolo, le lotte di potere a discapito dei cittadini non ci hanno mai interessato.

In conclusione siamo stufi di dover subire questi continui tentativi di delegittimazione, che utilizzano soltanto insinuazioni o notizie false, continuando su questo piano dovremo seriamente pensare da quale parte sia meglio stare.

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