La logica del proibizionismo va a vantaggio del narcotraffico
Mentre in tutto il mondo, si avanzano proposte antiproibizioniste e si attuano, con importanti risultati, politiche di riduzione del danno, in Italia grazie alla legge Fini-Giovanardi approvata dal Governo Berlusconi nel Gennaio 2006, si fa esattamente l’opposto e si fa vivere il trauma del carcere a ragazzi di appena 18 anni come è successo sabato a scorso ad un giovane incensurato andriese, oltre al fatto che la cronaca di questi giorni dimostra che rischiano anche la vita. La logica del proibizionismo, la criminalizzazione, l’incapacità di distinguere una droga dall’altra vanno solo a vantaggio del narcotraffico e non hanno portato ad alcun risultato. Ecco, per noi Comunisti Italiani, l’ennesima legge da abrogare. E’ necessaria, al contrario, un’opera di prevenzione ed educazione rivolta ai giovani ed ai consumatori. Legalizzare significherebbe porre fine al mercato illegale delle sostanze stupefacenti, e mettere in circolazione le droghe sotto il controllo delle autorità sanitarie. I vantaggi di una simile attuazione sarebbero: per chi consuma droghe, non essere più punibile, avere accesso a droghe non adulterate, quindi meno dannose per la salute; non dover ricorrere al furto, alla rapina o allo scippo per procurarsi i soldi oggi necessari all’acquisto della droga. Quindi meno morti per overdose, meno emarginazione sociale, meno carcere per chi non vuole o non riesce a smettere. Per la società vorrebbe dire: sottrarre profitti alla grande criminalità e alla mafia (che oggi vive sul mercato nero delle droghe); diminuire i reati legati al bisogno dei tossicodipendenti di procurarsi denaro e risparmiare una quota di denaro pubblico e di risorse oggi investite nella lotta al narcotraffico.
Per noi è quindi indispensabile rilanciare con forza la proposta di legalizzare le droghe leggere e di sperimentare – come stanno già facendo molti paesi e con importanti risultati - la somministrazione controllata delle droghe pesanti.