I giovani democratici ricordano Enrico Berlinguer a 25 anni dalla sua morte
L'11 giugno del 1984 moriva Enrico Berlinguer. In occasione del venticinquesimo anniversario dalla sua scomparsa, noi Giovani Democratici non potevamo dimenticare una figura importante della storia politica italiana.
Berlinguer moriva su di un palco a Padova, mentre conduceva un comizio per le elezioni europee del 1984, nell’adempimento del suo dovere, del suo lavoro.
Quelle elezioni consentivano, per la prima e l’ultima volta, al suo partito di superare la Democrazia Cristiana e di risultare il primo tra i partiti italiani.
Storie di altri tempi, ma che sembrano recenti e ancora attuali se pensiamo alle sue parole sulla questione morale che erano alla base di una famosa intervista rilasciata ad Eugenio Scalfari, l’allora direttore de La Repubblica. Quello che affermava Berlinguer sull’invadenza dei partiti nello stato, sulla crisi delle classi dirigenti politiche nel rappresentare i reali problemi del paese, sulla crisi del modello di sviluppo economico, che necessitava il mercato, ma regolato, per evitare iniquità e diseguaglianze risulta, ancora oggi, di grande attualità.
Siamo convinti che questi 25 anni sono passati quasi inutilmente, visto che ancora oggi ci confrontiamo sulle stesse drammatiche questioni.
Al di là dell'eredità politica dell'uomo, che certo ancora divide, è talmente grande il prestigio, il carisma, la nobiltà della sua figura, che non verrà mai meno il bisogno di ricordarlo.
L’esempio dell’uomo e del politico Enrico Berlinguer rappresenta un patrimonio per l’intera nazione, al di là degli steccati di parte. E di tale esempio noi siamo convinti che l’Italia e gli italiani abbiano ancora estremo bisogno.
Ricordarlo può rappresentare certo un tributo alla sua persona, ma soprattutto un richiamo alle coscienze di noi tutti ed un appello alla memoria per le giovani generazioni. Chiudiamo citando una sua frase dedicato proprio ai giovani: "Se i giovani si organizzano, si impadroniscono di ogni ramo del sapere e lottano con i lavoratori e gli oppressi, non c'è scampo per il vecchio ordine fondato sul privilegio e l'ingiustizia".
Gianfranco Cannone
Gianfranco Ippolito
Alessandro Lorusso