Fidelis Andria, Francesco Lotito: "Siamo in difficoltà ed abbiamo bisogno dell'aiuto di tutti"
Un sopraggiunto impegno non mi ha consentito ieri sera di essere al fianco di Paolo Montemurro nella conferenza stampa (aperta al pubblico) sul cui svolgimento ho potuto aggiornarmi solo in tarda serata grazie all'integrale riproposizione resa disponibile da TeleSveva.
Fermo restando che in linea di massima condivido quanto affermato da Paolo, ritengo doveroso a mente fredda puntualizzare, a titolo personale ma come socio minoritario della Fidelis e come persona che da circa un mese e mezzo ricopre il ruolo di responsabile amministrazione finanza e controllo della società, alcuni aspetti su cui, probabilmente a causa della tensione del momento, le sue parole non sembrano siano state efficacemente chiare al pubblico presente.
La Fidelis Andria, lungi dall'essere patrimonio personale di qualcuno, è indubitabilmente patrimonio della Città e ritengo che non sia più il tempo delle mezze parole o delle frasi di circostanza, ma della chiarezza.
Paolo e la sua famiglia hanno fatto tantissimo per la Fidelis in questi tre anni (e tanto possono ancora fare), ma un po' per la sua giustificabile ritrosia ad ammettere di essere in un momento di difficoltà, un po' perché non supportato adeguatamente da chi all'interno dell'organizzazione societaria dovrebbe aiutarlo a prendere le decisioni, rischiamo di rendere irreparabile una situazione difficile ma non drammatica (come accaduto in un recente passato che pure qualcuno ieri sera ha evocato).
1) Questione nuovi soci
È un dato di fatto incontrovertibile che De Cosmo, Dinisi e Todaro hanno fattivamente aiutato la società da luglio ad oggi, sia con un consistente apporto finanziario, sia con un meno evidente ma pur sempre concreto supporto organizzativo; non mi sono noti, allo stato, motivi ostativi al loro ingresso in società attraverso l'acquisizione di una quota rilevante (mi risulta comunque non maggioritaria) della holding che controlla il 90% della Fidelis: non comprendo conseguentemente l'accanimento della tifoseria nei loro confronti, a meno che qualcuno abbia informazioni più approfondite delle mie (basate su prove e non su sentito dire).
Qualsiasi società di calcio, se vuole raggiungere traguardi importanti, ha bisogno di avere una base societaria quanto più allargata e solida possibile e se questo supporto, perdurando al momento la volontà degli imprenditori andriesi di sostenere il progetto dall'esterno (pubblicità e sponsorizzazioni) e non direttamente dall'interno (acquisendo quote della società), può essere assicurato da gente di Cerignola o di Ruvo (l'ugualmente vituperato dalla piazza Ippedico), per quanto mi riguarda ben venga: l'importante è che si avvicinino alla Fidelis con la consapevolezza di cui sopra che essa rappresenta un patrimonio della città e non personale.
2) Questione stipendi
A precisa domanda di un rappresentante della stampa in merito al pagamento degli stipendi di luglio e agosto, è stata resa da Paolo, nella concitazione del dibattito, una dichiarazione non completamente esaustiva e rappresentativa della realtà: la verità nuda e cruda è che la Fidelis è in regola con gli adempimenti richiesti dalla Covisoc al 16 ottobre esclusivamente per quanto riguarda il versamento dei contributi e delle ritenute IRPEF dei dipendenti; gli stipendi dei tesserati sono stati pagati, come affermato da Paolo, ma con alcuni giorni di ritardo (con quanto ne conseguirà su possibili future sanzioni).
3) Questione vecchi soci
Sia da parte di Paolo che da parte del pubblico presente, ad un certo punto della conferenza stampa si è tirata in ballo la "vecchia" compagine societaria: non intendo in questa sede smentire le affermazioni di Paolo sulla situazione debitoria in cui versava la società al momento in cui ne ha rilevato la maggioranza, né approfondire se i vecchi soci abbiano o meno contribuito in questi anni a ridurre quell'esposizione (nei fatti abbastanza contenuta e pressoché fisiologica), posso però confermare senza timore di essere smentito che in questi tre anni Paolo ha messo mano pesantemente al proprio portafoglio; solo l'ultima stagione ci è costata effettivamente quasi 3 milioni di euro: possiamo prendercela con tutti coloro che hanno gestito in evidente malo modo tali risorse ma dobbiamo assolutamente alzarci in piedi e levarci il cappello davanti a questo signore che è venuto da Bari o Gioia (come preferite) ad investire nella nostra Fidelis.
Sento dunque il dovere, in conclusione, di mettere in guardia tutti coloro a cui stanno a cuore le sorti della nostra amata Fidelis: in questo momento, anche se per pudore Paolo non lo ammetterà mai, siamo in difficoltà ed abbiamo bisogno dell'aiuto di tutti, di chi già opera all'interno della società, di chi è intenzionato ad entrarci, degli imprenditori che ci supportano come sponsor e di quelli che ancora possono farlo, della Città di Andria in generale e della Curva Nord in particolare e non possiamo permetterci il lusso di essere "razzisti".
È il momento di cingere d'affetto la squadra attesa da un'importante gara e abbisognosa del supporto di tutti per conquistare a partire da domani i punti necessari ad assicurarle un futuro tra i professionisti; per il futuro basterà organizzarsi: la Serie C può essere gestita tranquillamente in equilibrio di bilancio scegliendo accuratamente i collaboratori ed evitando gli sprechi.
A scanso di equivoci, perché ho sentito parlare anche di questo ieri sera, sia ben chiaro a tutti che quanto fatto da noi tra il 2013 ed il 2015 è irripetibile: potete provarci cento volte con chi e con quanti soldi volete ma vi garantisco che nessuno sarebbe in grado di ripetere un tale miracolo e vi basterebbe alzare lo sguardo a qualche Km di distanza per rendervene conto...
SEMPER FIDELIS