Presentato a stampa e tifosi il nuovo tecnico dell'Andria Aldo Papagni
Giornata di presentazioni per l’AS Andria. Di fronte ad un folto numero di giornalisti la società del presidente Musci ha presentato, nella stravagante location della panchina del Degli Ulivi, il suo nuovo allenatore Aldo Papagni e i suoi stretti collaboratori, Vincenzo Marino e Francesco Guicciardini. Proprio il presidente ha parlato per primo alla conferenza, spiegando i motivi che hanno portato alla sofferta decisione di sostituire mister Biagioni: “Prima di tutto voglio ribadire la stima e l’affetto che tutti abbiamo nei confronti di Oberdan Biagioni.E’ stato un atleta che nel passato ha dato tante soddisfazioni al pubblico andriese, ma il calcio è duro e quest’avventura non è andata a buon fine. La società ha ritenuto opportuno sollevarlo dall’incarico sottolineando però che non sono state solo le sconfitte che come si sa in uno sport collettivo come questo non sono interamente attribuibili all’operato di una sola persona, a far maturare questa decisione. Non ci siamo fatti prendere da sentimentalismi e abbiamo operato nella massima concordia e unità d’intenti. Ci siamo subito adoperati per cercare un degno sostituto che potesse riportare entusiasmo nell’ambiente, che potesse avere quell’esperienza e quelle capacità giuste per fare gruppo e che avesse spiccate qualità tecniche. A quest’identikit rispondeva il nome di Aldo Papagni.”
Un Papagni emozionato al suo ritorno nella squadra in cui ha mosso i passi più importanti nella carriera da allenatore, come lui ha subito ricordato: “La scelta di tornare è frutto del forte legame che ho con questa piazza. Emotivamente non mi sono mai allontanato da questa città che mi ha dato tanto e vista l’accoglienza che mi è stata riservata sembra che il tempo del distacco sia stato relativamente breve. Se ho scelto di tornare in pista dopo un periodo d’inattività e di non badare prettamente all’aspetto economico è stato solo per il grande affetto e riconoscenza che ho verso questi colori e per la voglia di rimettermi al lavoro per riprendere dall’inoperosità degli ultimi tempi.”. Poi ha concluso con un pensiero rivolto al campo e in particolar modo ai giocatori: “Quando ho incontrato la squadra ho detto loro che il Signore ci ha dato 2 orecchie per sentire e una bocca per parlare. Questo significa che tutti dobbiamo ascoltare il doppio di quanto dobbiamo parlare. Bisogna lavorare sull’entusiasmo e troncare, dal pre, la parola preoccupazione, e tramutarla in occupazione che tutti dobbiamo avere nell’invertire immediatamente la rotta”.