Vendetta trasversale della lega calcio: con il derby della BAT consumato l’atto più doloroso
Andria Barletta, caso raro se non unico in Italia, due città di 100.000 abitanti, distanti meno di 7 km una dall’altra, espressione di due tifoserie gemellate: la partita tra queste due squadre di calcio è praticamente una stracittadina.
Nella gara del girone di andata, prima in campo, dove è stato rinsaldato il gemellaggio, poi sugli spalti, hanno offerto uno spettacolo che è difficile ritrovare persino in categorie superiori. Spettacolo, amicizia e sportività: uno spot per il calcio.
Oggi tutto questo non è stato possibile che venisse ripetuto.
I tifosi delle due squadre di calcio, condannati per non aver commesso il fatto, sono stati costretti, da una decisione assurda della lega calcio, a disertare lo stadio Degli Ulivi di Andria. Sfrattati dall’impianto, comunque, si sono organizzati all’esterno per cercare in qualche modo di non fare mancare il supporto, ciascuno, alla propria squadra del cuore.
Tutti escono sconfitti da questa imposizione: in primo luogo la Lega Calcio che non ha saputo infliggere una giusta punizione alla società andriese, per i fatti accaduti nel post-partita Andria – Gela, penalizzando oltremodo la componente che assolutamente non ha determinato l’accaduto: i tifosi. E non si tratta solo ed esclusivamente dei sostenitori della squadra locale, ma bensì la penalizzazione va a ripercuotersi sulla parte che in quel giorno era a chilometri di distanza dallo stadio andriese e che nella fattispecie odierna è costituita dai barlettani. Quindi questa condanna può essere definita a tutti gli effetti incongruente.
In secondo luogo a perdere è proprio lo sport.
Emblematico, a questo proposito, uno striscione all’interno dello stadio:
"niente pubblico e passione la vostra decisione…non è questo il gioco del pallone!"