L' "assenteismo" della politica
La scuola ha aperto i battenti da pochissimi giorni e gli operatori del settore, oltre agli allievi e ai genitori, stanno facendo i conti con il bollente sole di metà settembre e con le strutture trasformatesi in veri e propri forni crematori. Il tutto in danno dell’attenzione da parte degli studenti, della difficoltà logistica dei docenti a gestire le classi e dei genitori, sempre più preoccupati per abbassamenti di pressione e colpi da calore che si sono registrati sui propri figli o che si potrebbero verificare se la condizione climatica dovesse persistere. Con buona pace, ovviamente, dell’igiene: finestre che non sempre funzionano, aerazione pari a zero (nemmeno un ventilatore a soffitto), ambienti angusti a volte ricavati anche nei corridoi o dividendo le palestre. Insomma, siamo davvero ben lontani da quelle Scuole perfettamente organizzate che si vedono in alta (altissima) Italia e siamo proprio su un altro pianeta rispetto agli Istituti della non lontana Svizzera o Germania.
Ma, allora, qui da noi, che cos’è che non ha funzionato in tanti anni e che sta funzionando ancor meno oggi? Dov’è l’inghippo? Certo la colpa non è del Creatore che ha disegnato il nostro Mezzogiorno con questo lungo e piacevole clima mite.
Piacevole, salvo poi ad imbattersi in edifici fatiscenti, obsoleti e inadeguati, sempre meno oggetto di manutenzione ordinaria e straordinaria da parte delle pubbliche amministrazioni (essenzialmente per carenza di denaro nelle proprie casse); edifici che diventano vere e proprie gabbie.
E magari i problemi della Scuola fossero limitati solo alla logistica! Purtroppo a questo va aggiunta la ormai notoria precaria situazione generale della scuola, con tagli continui ai fondi e al personale docente e non docente. Tutto questo in nome di una politica che sta trasformando l’Italia (in particolare il Sud) ogni giorno di più in una grande e anonimo carrozzone, privo di personalità culturale e strutturale. Il futuro?! Un’incognita grande quanto il pianeta. Alla faccia dell’investimento sulla cultura, che dovrebbe essere il punto di forza di uno Stato moderno.
L’inizio dell’anno scolastico con le sue drammaticità è stato per noi un pretesto per interrogarci e per puntare l’attenzione sulla grave e perdurante condizione di inferiorità e arretratezza del Sud rispetto al Nord Italia e all’Europa.
Non funziona la Sanità, anche qui né in quanto a strutture né in quanto a servizio e a gestione del personale; proprio la Puglia è tra le Regioni ultime in Italia in quanto a politiche sanitarie; proprio nella Bat si sta assistendo a continui scossoni che però non sono finalizzati a mettere al centro dell’attenzione il malato, bensì qualche poltrona da spartirsi in quota a questo o a quel partito; proprio ad Andria l’Ospedale è diventato una terra di nessuno, disordinato, sporco, mal funzionante, con servizi specifici sempre più ridotti all’osso, con personale medico e para-medico demotivato (nonostante i tanti sforzi che il personale stesso compie per mantenersi a galla e offrire alla meno peggio aiuto ai pazienti).
Anche qui: la politica…dov’è?!
Non funziona l’ambiente. Territori deturpati, appalti bloccati e/o truccati, rifiuti ovunque, abusi edilizi impuniti, tarsu che aumenta senza un adeguato servizio di raccolta. Anche qui: la politica…dov’è?!
E che dire del lavoro? O meglio: del “non lavoro”? Il lavoro…cos’è il lavoro in Italia? E al Sud? E ad Andria?
Capitolo a parte meriterebbe la giustizia: non sono idonee le strutture (dai tribunali alle case circondariali), né le procedure, né adeguato il personale. Solita canzone, insomma. Con pochi stacanovisti che si dimenano come possono per dare una parvenza di normalità. E la politica…dov’è?!
Insomma: scuola/istruzione, sanità, ambiente/territorio, lavoro, giustizia, sono i capisaldi di una Società civile e allora…noi non siamo una Società! I nostri politici, in tanti anni, che cosa hanno seminato se oggi stiamo raccogliendo queste rovine?
E il rimedio, quale può essere? Abbassare i costi della politica? Ma guardate che non ci scandalizzeremmo nemmeno se i 29 euro annuali che versano gli andriesi per mantenere la macchina amministrativa rispondessero a degli effettivi servizi a vantaggio di tutti! Il problema è che i costi della politica sono ormai l’emblema dell’assoluta distanza della classe politica dalla realtà! Sono l’emblema di parlamentari che devono votare la fiducia ad una manovra finanziaria iniqua e oltremodo dannosa per il Mezzogiorno! Parlamentari che sul territorio non si vedono, non si sentono, non si battono! Questo ci scandalizza!
Come Movimento Politico Culturale, accanto alla fredda e deludente fotografia sopra riportata, vogliamo essere ottimisti e guardare il bicchiere mezzo pieno, senza fermarci a quello mezzo vuoto. E allora plaudiamo ai circoli LEGAMBIENTE che stanno portando avanti l’iniziativa PULIAMO IL MONDO in questi giorni; vogliamo manifestare il nostro sostegno (che anche concretamente stiamo apportando con la raccolta firme) all’iniziativa referendaria per l’abolizione dell’attuale legge elettorale; vogliamo manifestare solidarietà a tutti coloro che fanno del volontariato la loro ragione di vita, preoccupandosi di aiutare nell’immediato i bisognosi, senza perdersi nelle lungaggini burocratiche dettate dalla falsa politica; vogliamo manifestare ammirazione verso tutti quegli imprenditori e quegli amministratori pubblici che non si piegano alla logica delle clientele politiche e si mantengono saldi a fronteggiare la crisi e la carenza di valori morali; vogliamo sostenere la Chiesa, lì dove si impegna a formare buoni cristiani e onesti cittadini; vogliamo gridare a gran voce che una POLITICA DIVERSA SI PUO’, se solo non ci si tira indietro, non si delega agli altri e ci si spende in prima persona, in prima linea, per una autentica testimonianza di servizio!
Tutti in campo, nessuno escluso. E’ il momento di avere uno scatto di orgoglio e mettere fine agli scempi che altri ci hanno confezionato in tantissimi anni di non politica e che si continuano a perpetrare in danno di tutti. Via chi annuncia di essere diverso dal passato e fa peggio; via chi si stringe nelle spalle dicendo “il sistema non si può cambiare”; via chi professa moralità nell’impegno politico, quando poi fa della menzogna e dei sotterfugi il proprio stile di vita; via chi vuole fare il parassita sulle spalle degli altri; via chi non fa altro che millantare riforme senza mai cambiare nulla; via chi abusa della nostra pazienza e pensa continuamente di poterci raggirare. E’ il momento di cambiare pagina. Solo se siamo in tanti a volerlo.