Ricerca nazionale sull'ecosistema urbano, la Bat fuori classifica

Barletta e Andria non forniscono dati, quelli di Trani sono incompleti
Redazione 25 Ottobre 2010 notizie 945
Ricerca nazionale sull'ecosistema urbano, la Bat fuori classifica


Sono stati diffusi i risultati della diciassettesima edizione di Ecosistema urbano, l'annuale ricerca di Legambiente e dell’Istituto di ricerche ambiente Italia sullo stato di salute ambientale dei Comuni capoluogo italiani realizzata con la collaborazione editoriale del Sole 24 Ore. L’indagine è stata realizzata attraverso questionari e interviste dirette ai 103 Comuni capoluogo di provincia e sulla base di altre fonti statistiche, con informazioni su 125 parametri ambientali, sintetizzati in 25 indicatori di qualità ambientale, per un corpus totale di oltre 125mila dati, che fanno riferimento all’anno 2009. Fra i parametri tenuti in considerazione, la raccolta differenziata, il trasporto pubblico, le isole pedonali, le piste ciclabili, il verde urbano, la zona a traffico limitato, la diffusione delle energie rinnovabili sugli edifici comunali.

In alcuni di questi parametri Trani avrebbe potuto dir la sua (almeno per isole pedonali e piste ciclabili), invece la provincia Bat è rimasta fuori dalla classifica perché, se Andria e Barletta non hanno risposto al questionario, Trani invece ha fornito dati insufficienti.

La classifica evidenzia i problemi delle grandi città italiane. A parte Torino, tutti i nostri centri urbani con più di mezzo milione di abitanti vedono peggiorare il loro stato di salute da un anno all’altro. Milano peggiora in tutti gli indici della qualità dell’aria. Napoli e Palermo soccombono sotto i cumuli di rifiuti abbandonati nelle strade, incapaci di intraprendere un sistema di raccolta differenziata efficace mentre a Roma i cittadini patiscono ogni giorno gli effetti dannosi di una mobilità scriteriata, con centro e periferie invase dalle auto private. Balza agli occhi l’assoluto predominio del fondo della graduatoria da parte del Mezzogiorno e in particolar modo delle città siciliane. Le altre regioni rappresentate nella coda della graduatoria sono Calabria (con 4 città), Campania, Sardegna e Puglia. Sorprende, in positivo, la presenza tra i primi quaranta capoluoghi di 4 città meridionali: Salerno, Potenza, Avellino e Matera.

Veniamo ai dati pugliesi. Nella classifica generale le città capoluogo migliorano di qualche posizione ad eccezione di Foggia che perde ben 5 posizioni piazzandosi al 87mo posto. In particolare Bari si piazza al 54mo posto, Brindisi al 61mo, Taranto al 64mo e Lecce al 71mo. Scendendo nel dettaglio, dall’esame dei tre indicatori (biossido di azoto, pm10 e ozono) emerge che la qualità dell’aria migliora di poco nelle città capoluogo pugliesi. In particolare: Lecce e Taranto migliorano per le emissioni di biossido di azoto; Bari e Lecce migliorano per le emissioni di polveri sottili mentre solo Bari e Brindisi migliorano per la concentrazione dell’ozono.
Il consumo giornaliero pro capite di acqua potabile resta alto a Lecce (166,7 litri pro-capite) e più basso a Foggia (131,8 litri pro-capite). Sulle dispersione di acqua dalla rete il dato preoccupante rimane quello di Bari. Sulla capacità di depurazione degli scarichi civili risulta migliore la città di Lecce e peggiore quella di Taranto. Sul fronte rifiuti ed in particolare sulla produzione annuale pro capite di rifiuti urbani, Foggia ne produce di meno 563,5 kg di rifiuti per abitante mentre Lecce è la città che ne produce di più 663,1 kg di rifiuti per abitante.
La raccolta differenziata rimane sempre al palo, ancora lontanissima dagli obiettivi di legge e con quasi tutti i capoluoghi in coda alla classifica. A Brindisi si registra la performance migliore con il 23% di raccolta differenziata mentre la situazione peggiore è quella di Taranto, agli ultimi posti della classifica con il 7,9%.
Nel trasporto pubblico, sia sul fronte passeggeri trasportati annualmente per abitante che su quello inerente la percorrenza annua per abitante, Bari registra la peggiore performance tra le grandi città. Sul tasso di motorizzazione, ossia il numero delle auto circolanti, la migliore è Foggia al 10mo con 56 auto circolanti ogni cento abitanti mentre la peggiore è Lecce con 68 auto circolanti. Per il tasso di motorizzazione dei motocicli, Foggia si riconferma al primo posto della classifica generale con il valore più basso ossia 5 motocicli ogni 100 abitanti mentre ancora una volta Lecce è la peggiore con 12 motocicli ogni 100 abitanti. Per quanto riguarda le isole pedonali, Brindisi è la peggiore, ultima in classifica.
Per le zone a traffico limitato e per le piste ciclabili, Lecce è il migliore capoluogo pugliese. Prendendo in considerazione l'indicatore della mobilità sostenibile (autobus a chiamata, controlli elettronici ztl, tariffe per intermodalità, sistema di pedaggio urbano (tipo Ecopass), parcheggi interscambio bici, presenza del mobility manager, bike sharing, car sharing, Piano mobilità ciclabile e di quello per gli spostamenti casa-lavoro).
Bari entra nella top ten dei capoluoghi italiani più virtuosi piazzandosi al sesto posto della classifica generale quale riconoscimento per essere stata la prima città del sud (quasi tutte indifferenti a questo tema) ad aver adottato il bike sharing (15 postazioni e 170 bici a cui si aggiungeranno altre 16 postazioni e 160 bici). Il verde urbano fruibile rimane al palo in tutti i capoluoghi. Per quanto riguarda il consumo annuale pro capite di carburante e il consumo elettrico annuale pro capite per uso domestico, Foggia registra la migliore performance.
Sul fronte delle politiche energetiche (semplificazione della procedura per l’installazione di solare termico/fotovoltaico, attuazione di attività di risparmio energetico, presenza di energy manager, acquisto di energia elettrica da fonte rinnovabile, realizzazione di banca dati edifici certificati) si registra una stasi di tutti i capoluoghi pugliesi ed in particolare la peggiore è Brindisi. Si distinguono: Lecce per il solare termico installato sugli edifici comunali con 3,63 metri quadri installati su edifici comunali ogni 1.000 abitanti, mentre Foggia per il solare fotovoltaico con 2,01 kilowatt installati su edifici comunali ogni 1.000 abitanti.

Della Bat invece non si sa nulla.

Circolo Legambiente Andria Thomas Sankara

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