Malasanità: l'esperienza personale di Vincenzo Santovito (Libera Associazione Civica)

Nessuno ci ascolta, noi subiamo e, a vote, moriamo
Redazione 16 Luglio 2010 notizie 1026
Malasanità: l'esperienza personale di Vincenzo Santovito (Libera Associazione Civica)


Scusate se, ancora una volta, torno a parlare di (mala)sanità. Lo faccio un pò perché è un tema che interessa tutti i cittadini, un pò perchè, sfortunatamente, mi vedo costretto a subire questi disservizi, pur non avendone voglia ma, si sa, le disgrazie capitano a tutti.

Ma capitano veramente a tutti? Di questo non sono certo. Infatti a tutti capita di dover assistere a scene da terzo mondo nei pronto soccorso, ai pochi “eletti, invece, questo forse accade meno, molto meno visto che si possono permettere altri tipi di trattamento privilegiato in qualche clinica privata e costosa. Andiamo ai fatti.

Non mi voglio soffermare più di tanto su ciò che mi è personalmente accaduto oltre trent’anni fa, allorquando per curare, si fa per dire, una lombosciatalgia ho rischiato di morire dissanguato a causa di un’emorragia interna. Sapete perché è accaduto? Perché mi avevano dato una terapia fortissima antinfiammatoria e non si erano accorti che stavo andando in emorragia. A causa di questa “disattenzione” dovetti essere operato di ulcera duodenale e asportazione della colecisti.

Ricordo che allora i reparti ospedalieri erano composti da almeno cinquanta posti letto ed ottenere un ricovero era un diritto riconosciuto, senza che si dovesse ricorrere a favoritismi ed attese infinite.
Oggi, invece, accade che, nonostante siano stati spesi milioni di euro per la Sanità e soprattutto per campagne rivolte alla prevenzione, curarsi è sempre più difficile.

Ad Andria, ad esempio, accade che pur essendo un avamposto di urgenza è difficilissimo ottenere un ricovero urgente, anche se solo per degli accertamenti.
Il sottoscritto ne ha subito le conseguenze quando, lo scorso anno, dovette ricorrere ai santi in paradiso per essere ricoverato ed operato d’urgenza per un ascesso perianale.

A distanza di un anno la scena si ripete.
Accade a mio figlio di soli 24 anni.
Recatici all’ospedale di Andria per accertamenti urgenti consigliati dal medico curante, in quanto il giovane perdeva peso in maniera costante ed evidente, ancora una volta viene riferito che posti in ospedale non ce ne sono e non hanno riconosciuto il carattere di urgenza.

A questo punto mi reco all’esterno per le analisi ma ecco che i tempi lunghissimi della nostra sanità emergono in tutta la loro drammaticità. Per ottenere un esame di allergia al lattosio, l’attesa è di oltre 7 mesi. Nessuno ci dica che a risolvere questi problemi c’è il tribunale del malato perché pur apprezzando l’impegno di questa istituzione, non serve ad affrontare le urgenze e l’immediato.

Sarebbe bello se qualcuno si occupasse di avere un diario giornaliero di tutto quanto accade presso l’ospedale civile di Andria in modo che un giorno i nostri figli e nipoti possano ricordarsi di quante disavventure i loro genitori ed i loro nonni hanno dovuto affrontare solo per vedersi riconosciuto il diritto alla salute. Ma noi a chi dobbiamo rivolgerci politicamente?

Il comune non c’entra, la provincia non c’entra, la Regione è la Regione e c’entra quando vuole c’entrare.

Andiamo avanti cosi? Non sarà che qualcuno ci fa la diagnosi da morti e ci da la cura per quando siamo già sepolti?

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