Negozi chiusi nella prima domenica di saldi estivi
Città completamente desertificata e negozi tutti chiusi anche durante la prima domenica di saldi. Ai commercianti andriesi non piacciono le aperture domenicali dei negozi, specie se, come è capitato domenica 4 luglio, la città sembra spettrale.
In quanto alle vendite di fine stagione, così come avevamo preannunciato con il nostro comunicato del 30 giugno, più che un’opportunità si sono rivelate una vera beffa.
Troppo in anticipo e in un periodo in cui di soldi ce ne sono veramente pochi e non saranno certo utilizzati per l’acquisto di beni che non siano strettamente necessari.
Anche il mercato settimanale di oggi, lunedì 5 luglio, continua ad essere una sofferenza per le centinaia di ambulanti che continuano a subire la persistente decisione di tenere il mercato sdoppiato in più aree, con consumatori disorientati che, stanchi, non lo frequentano più.
La situazione, quindi, è grave, molto grave ed ora il problema non è più solamente economico ma anche sociale.
Questo è ciò che hanno voluto coloro che non hanno compreso il valore e l’importanza dei centri urbani e dei centri di socializzazione; che hanno avvantaggiato gli ipermercati e che hanno lasciato le città in balia di se stesse, prive dei minimi servizi, anche nelle giornate festive.
I piccoli commercianti, non solo di Andria ma dell’intera Sesta Provincia e anche di quella di Bari, sono particolarmente demotivati e preoccupati per l’imminente futuro.
Cali di consumi così evidenti e soprattutto il disinteresse e l’apatia dei consumatori non si erano mai registrati prima d’ora, seppur segnali negativi, in tal senso, arrivavano da moltissimo tempo.
Per il prossimo autunno è prevista una moria di imprese che potrebbe impressionare e soprattutto è previsto un incremento della disoccupazione e del rifugio nel sommerso.
In alcuni casi, come l’ambulantato, infatti, è enorme il dato di coloro che abbandonano l’attività di vendita “regolare” per continuare in forma abusiva. Esempio di ciò sono gli angoli delle strade delle nostre città affollate di venditori che esercitano la vendita di prodotti alimentari senza il minimo rispetto delle norme vigenti in materia di igiene pubblica e di occupazione di suolo pubblico.
Quello che è accaduto a Molfetta, laddove alcune decine di venditori ambulanti non in regola sono stati accusati di “invasione di terreni” ed ora devono rispondere alla Procura della Repubblica di Trani, accade, ogni giorno, anche in tutte le città della Sesta Provincia.
E’ una guerra tra poveri derivante da una gestione politico-amministrativa disastrosa, priva delle minime progettualità e di programmazione, che non ha mai messo in conto le conseguenze di un disimpegno reiterato e gravissimo.
Inesistenza dei Piani commerciali e abbandono assoluto delle città, prive di servizi primari, poco sorvegliate, pericolose e lasciate alla mercé della microcriminalità, dell’inciviltà e degli abusi di ogni genere sono elementi aggravanti che dovrebbero determinare un profondo ripensamento rispetto a capacità amministrative e politiche di classi dirigenti spesso improvvisate e comunque fin troppo distratte.
L’inutilizzo dei fondi disponibili, come denunciato recentemente dal Ministro dell’Economia Tremonti, la dice lunga su quanto si siano trascurate le opportunità che, paradossalmente, le stesse Regioni avevano a disposizione.
Al paradosso si aggiunge la beffa di alcune Amministrazioni Comunali, come quella di Andria, le quali hanno addirittura snobbato, quando non ostacolato, la realizzazione di Progetti “a costo zero”.
Altro che incapacità amministrativa, queste sono vere e proprie azioni di terrorismo politico che tanti danni hanno causato alla collettività che oggi e per decenni ancora ne pagherà le conseguenze.
UnimpresaBat