Crisi economica: ancora una volta, l'Europa è usata come pretesto per ridurre il reddito dei lavoratori e i diritti sociali
Con una colossale opera di mistificazione della verità , si viole far credere che la crisi del debito pubblico degli Stati è causata dall’eccesso di spesa pubblica, in particolare della spesa sociale.
Al contrario,la causa risiede nellÂ’enorme ammontare di risorse utilizzate per il salvataggio del sistema finanziario, che torna anche in Italia a distribuire lauti dividendi e retribuzioni stratosferiche ai propri dirigenti.
Invece di colpire la speculazione, la risposta dei governi è quella preannunciata nei giorni scorsi dalla grande stampa nazionale e internazionale:
colpire ciò che resta del modello sociale europeo.
Ancora una volta, l’Europa è usata come pretesto per ridurre il reddito dei lavoratori e i diritti sociali.
Il governo italiano obbedisce a queste richieste, e dopo aver affermato a lungo che tutto andava per il meglio, adotta una manovra socialmente iniqua ed economicamente nociva. Vengono messe le mani nelle tasche degli italiani, con il blocco triennale delle retribuzioni dei dipendenti pubblici, con gli interventi sulle pensioni, con i tagli delle prestazioni sociali che saranno la conseguenza inevitabile dei tagli ai trasferimenti locali.
Si prepara lÂ’ennesimo condono, nuovo premio agli evasori.
Si accentuano le diseguaglianze sociali, già enormemente cresciute negli ultimi anni, mentre l’attacco ai dipendenti pubblici rientra nella logica della svalutazione delle funzioni pubbliche.
Si riduce il reddito dei lavoratori e quindi la possibilità di sostenere per tale via l’economia reale.
Si determinano così le condizioni per un aggravamento della recessione e della disoccupazione.
Non è vero che questa è l’unica via praticabile. Le risorse necessarie possono essere reperite con una seria operazione di contrasto all’evasione fiscale ( che ha raggiunto la cifra di 120 miliardi, 5 volte la preannunciata manovra); con una imposizione progressiva di solidarietà sui grandi patrimoni e sui redditi, pubblici e privati, a partire dalle stock options, e dagli stipendi dei managers; tassando la speculazione finanziaria; riducendo le spese militari, a partire dal ritiro delle truppe italiane dall’Afghanistan.
La Federazione della Sinistra avvia su questi temi unÂ’azione di informazione e mobilitazione, e chiede a tutte le forze dellÂ’opposizione di non cedere a lusinghe bipartisan, ma di incontrarsi per definire le misure da intraprendere contro la manovra e contro la politica reazionaria del governo Berlusconi.