Inchiesta della Magistratura sulla compravendita dei voti: è necessario non fermarsi

Intervento di Savino Montaruli (Ass. "IoCiSono")
Redazione 30 Aprile 2010 notizie 924
Inchiesta della Magistratura sulla compravendita dei voti: è necessario non fermarsi


Inchiesta sulla (presunta) compravendita dei voti. EÂ’ necessario che lÂ’attenzione rimanga alta e che si approfondiscano alcuni elementi investigativi che, se opportunamente valutati e considerati, potrebbero veramente far emergere lo scandalo che si nasconde dietro le campagne elettorali.
Personalmente sono sicuro che la Procura della Repubblica di Trani e il Procuratore Carlo Maria Capristo abbiano recepito appieno l’importanza che riveste questa inchiesta; importanza non solo dal punto di vista dell’impatto nell’opinione pubblica, quella onesta che non è disposta a vendersi e che attribuisce ancora gran valore alla propria dignità ma anche per comprendere le motivazioni alla base della “folle” corsa al potere.
Proprio da quest’ultimo elemento è importante ripartire.

Se per quanto riguarda le elezioni politiche nazionali o regionali esiste un’analitica ed evidente valutazione “contabile” tra il “costo” della campagna elettorale, compreso “l’investimento” nella compravendita dei voti, in qualsiasi forma la si voglia vedere, considerati gli elevati “emolumenti” percepiti da parlamentari e consiglieri regionali, senza parlare di assessori e compagnia cantante e senza trascurare i compensi pari a centinaia di migliaia di euro “per le liquidazioni” di fine mandato, per quanto riguarda le elezioni comunali la cosa cambia e non poco.

Infatti poiché non esiste più l’indennità per i consiglieri comunali; poiché tutti gli eletti, a cominciare dai sindaci e assessori, affermano sempre che per loro assumere tali incarichi è penalizzante dal punto di vista economico visto che, continuando a svolgere le loro professioni, guadagnerebbero molto di più, mi chiedo: le centinaia di aspiranti politici locali sono tutti animati da passione irrefrenabile per il bene comune?

Anche quì i dubbi sono tanti. Uno su tutti: come mai questi aspiranti “attori” della politica subito dopo le campagne elettorali, che abbiano vinto o perso, tornano ad occuparsi dei loro affari senza dare alcun contributo, neanche in termini di idee, rispetto ai problemi dei territori che avrebbero voluto amministrare?

E’ ovvio che chi mi conosce sa molto bene che odio le generalizzazioni ma consentitemi di avere il dubbio che il desiderio di contribuire al “bene comune” non sia sempre supportato da questa “passione”.

Nel merito dellÂ’inchiesta della Magistratura mi permetto di dare un piccolo e modesto suggerimento agli investigatori.
Perché non cominciate proprio da un fenomeno “consolidato” ed inequivocabile?
Cominciate dai rappresentanti di Lista.

Anche io sono stato candidato e ho contribuito a costituire una Lista indipendente che ha partecipato alla competizione elettorale.
Proprio per fugare tutti i dubbi e per mantenere intatto il rapporto onesto ed incondizionato con gli elettori, ho voluto che la Lista non avesse alcun rappresentante di Lista.

Poiché “ingaggiare” un rappresentante di Lista per ogni sezione potrebbe significare sviluppare “un indotto” tale da consentire addirittura ad un consigliere comunale, senza ulteriori “sforzi”, di essere eletto, il “trucco” potrebbe essere già tutto quì.

La Magistratura, quindi, cominci ad indagare e a chiare questi punti:

1. Quanto e come vengono “retribuiti” questi soggetti?
2. Qual è il “requisito” richiesto a costoro per “controllare”?
3. Cosa viene chiesto ai rappresentanti di Lista in cambio del corrispettivo economico?
4. Qual è il “lavoro effettivo” svolto da questi lavoratori in nero?

Sicuramente questo “fenomeno” è solo uno degli aspetti ma è quello più facilmente verificabile in quanto l’elenco dei rappresentanti di Lista è ufficialmente noto ed è fin troppo facile interrogare costoro per conoscere “qualcosa in più” che potrebbe essere utile alle indagini.

Sicuramente più difficile potrebbe essere il lavoro sull’infinità di gente comune disposta e disponibile a vendere il proprio voto in cambio di minimi “riconoscimenti”, di qualsiasi natura.

Anche in questo caso, però, l’inchiesta potrebbe semplificarsi qualora riuscisse ad individuare quali sono i Gruppi e i Singoli che, sostenendo i loro candidati di riferimento, si sono messi in movimento, assumendo l’incarico di distributori automatici di omaggi, viveri e cotillon.

In genere sono gli stessi che hanno “diretto” i Comitati Elettorali e anche in questo caso sarebbe opportuno avviare un’indagine sulle locazioni “temporanee” delle “vetrine” espositive allestite in tutte le città, per mesi interi.

Se questi minimi e sommari elementi sono tutti mezzi per raggiungere il nobile fine di dare il proprio contributo al benessere dei cittadini, al buon governo delle città e alla crescita e sviluppo dei territori, potrebbe essere un elemento attenuante ma se questa pazza corsa al potere avesse come obiettivo finale l’arricchimento personale, il soddisfacimento di interessi propri, l’utilizzo del pubblico denaro per finalità private, l’elargizione di incarichi clientelari ad amici e parenti e tutto quanto di più sporco continua a caratterizzare la politica, allora bisogna essere intransigenti, duri, perseveranti ed instancabili nel punire i trasgressori, perché la questione non riguarda solo la Giustizia ma soprattutto significa fermare un terribile meccanismo che distrugge le coscienze, alimentando la cultura del sospetto e diventando elemento distruttivo della formazione di giovani generazioni che dovrebbero guardare ad altri Valori e non diventare stolti “ammiratori” di personaggi che forse hanno capito bene questi meccanismi ma dovrebbero vergognarsene.

Anche se questa mia non dovesse avere alcun “effetto” dal punto di vista investigativo, almeno dovrebbe scatenare un pò d’indignazione. Vi sembra poco?

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