Aperture domenicali: si alza la protesta dei commercianti
Anche quella di domenica 18 aprile, con alcuni comuni che avevano previsto un’altra giornata di apertura straordinaria dei negozi, è andata buca. Negozi chiusi e tutti gli Ipermercati aperti, come al solito a far cassa. Intanto dalla città capoluogo di Regione, Bari, arrivano le reazioni a questa partita che vede in campo molti giocatori i quali dovrebbero rispondere a molte domande.
Leggiamo dichiarazioni di rappresentanti di categoria baresi che affermano: “la legge regionale continua a penalizzare il piccolo commercio. Purtroppo non tutti hanno le possibilità economiche di pagare gli straordinari per i festivi e quindi sono costretti a chiudere”. Ad affermalo il Presidente di una storica Associazione di Categoria dei Commercianti. Peccato che proprio in quella stessa Associazione ognuno la pensa in maniera diversa e sarebbe opportuno che prima si confrontino tra di loro, visto che in altre province, come la Barletta – Andria - Trani, per esempio, i loro omologhi colleghi la pensano esattamente al contrario e sono favorevoli alla liberalizzazione totale, anche se poi cercano di nasconderlo in altre occasioni.
Insomma se dovessimo prendere ad esempio quanto accaduto in alcuni comuni come quello di Molfetta o quanto proprio queste Organizzazioni siano state poco attente, per così dire, durante l’approvazione di quella legge regionale che a parole contestano, ma che non hanno mai contestato non avendoli mai visti protestare in Regione, dovremmo aprire tutta una discussione che non vogliamo aprire perché andremmo molto oltre. Oggi, quindi, esiste un serio pericolo: “far credere che le aperture domenicali potrebbero funzionare se si pongono in essere iniziative per attrarre gente”. Sarebbe questo solo un modo per sprecare denaro pubblico o per elargire contributi a favore di Associazioni che non porterebbero assolutamente a niente, oltre che inviare un messaggio opportunistico proprio ai Grandi Gruppi che potrebbero cercare di mercificare addirittura finanziando questi inutili eventi, in cambio delle aperture domenicali ed è già accaduto proprio nel comune di Molfetta.
Esperienze di questo tipo ci sono già state e si sono rivelate fallimentari in grandi città e anche quando qualche iniziativa importante si è svolta in alcuni comuni, come quello di Andria, ad esempio, il risultato è sempre stato lo stesso: negozi chiusi. Chiusi perché anche in quelle giornate nulla è cambiato.
Riportiamo ancora una volta l’esempio di una grande città come quella di Andria proprio perché quella è una delle poche città laddove si continua a sviluppare un serio dibattito sulle aperture straordinarie domenicali e festive mentre sono tantissime le altre città , come quella di Barletta, per esempio, dove vige un senso di rassegnazione e comunque di accettazione di decisioni assunte da alcuni e non certo dai commercianti che invece sono fortemente decisi a rispettare il riposo festivo e cose di questo genere stanno accadendo in tantissimi altri comuni della Regione.
Sul modo in cui le città dovrebbero essere rianimate ci sarebbe un’interessante discussione da sviluppare e qui si tratterebbe di avviare una rivoluzione circa il modo di concepire le città e i loro interessi, soprattutto culturali; non basterebbe certo l’organizzazione di una sagra in Piazza con degustazione paesana piuttosto che altre iniziative inutili e propagandistiche che non portano alcun risultato in termini di presenze di buyers piuttosto che di nuove opportunità economiche per il piccolo commercio.
Intanto da maggio a settembre gli Ipermercati sono già pronti con il “tutto aperto” e sempre da maggio a settembre sono previste chiusure di centinaia di piccole aziende in tutta la Regione Puglia.
Ce ne interessiamo o continuiamo a fare demagogia e sfilate di politici alla moda e di personaggi in cerca di identità ?
Crediamo che i commercianti debbano veramente comprendere la natura di chi “si occupa” dei loro interessi.
Comitato Difesa Commercianti Puglia