Periferie: perchè solo oggi tutti fanno finta di conoscerle?
In campagna elettorale è normale, purtroppo, che chiunque ambisca al “trono del Consiglio Comunale” si occupi di temi che riguardano la città, seppur dimostrando di conoscerli poco o niente.
Il sottoscritto ha vissuto sulla propria pelle vicende che i neofiti della politica di oggi, per loro fortuna, non conoscono neanche, mentre i “soliti noti” continuano a sguazzarci dentro.
Potrei parlarvi di tantissimi argomenti che hanno deturpato per decenni l’immagine di questa città ma ora voglio soffermarmi proprio sulle periferie, che sono al centro di questa campagna elettorale.
Io, Vincenzo Santovito, Presidente della L.A.C. – Libera Associazione Civica e onoratamente candidato al Consiglio Comunale nella Lista Civica “ANDRIA CI CHIAMA, con Montaruli intendo rispondere”, sono stato additato, nel passato e ancora oggi, di essere il Capo degli abusivi d’Italia (e parlo dell’abusivismo edilizio, quello di necessità).
Ebbene sì. Se essere il capo degli abusivi d’Italia significa aver vissuto quegli anni turbolenti durante i quali la gente, stanca di attendere i comodi di lor signori politici che non si decidevano ad approvare il Piano Regolatore Generale di Andria, fermo dal 1950, privilegiando, invece, l’edilizia privata attraverso i P.P.A. (Piani Pluriennali di Attuazione), con evidenti vantaggi per gli stessi Amministratori sempre in contatto stretto con le solite Imprese Edili e Tecnici con i quali sedevano, insieme, nello stesso Consiglio Comunale, era costretta a costruirsi un’abitazione assoggettata a quel “Sistema Mafioso”, che veniva pilotato proprio da quei “personaggi” di cui sopra, allora ne sono orgoglioso.
Dopo la turbolenza venne il primo condono edilizio nel 1985, Legge nr. 47.
Fu proprio durante un incontro avuto dal sottoscritto con l’allora Ministro Nicolazzi, in visita ad Andria per la campagna elettorale amministrativa dell’84, che, insieme alle centinaia di famiglie che erano state sottoposte alla rigida legge che sfociò in sequestri delle abitazioni, in vigliacche denunce anonime contro i poveri cristi che avevano veramente necessità di un’abitazione o di un luogo ove poter operare con le proprie attività, suggerimmo di dare una corsia preferenziale a chi aveva costruito “per necessità” e in quella circostanza venne introdotto l’art. 34 alla suddetta legge, illustrata, successivamente nella nostra città dal Sottosegretario ai Lavori Pubblici, Riccardo Ferri.
Nonostante ciò, le previsioni di cui al suddetto articolo di legge furono disattese proprio nella nostra città, dove la speculazione per la presentazione delle domande di condono da parte dei Tecnici, ebbe il sopravvento, facendo versare agli “abusivi” i costi di costruzione e il “non dovuto” pagamento dell’intera somma, senza tenere conto che se ciò fosse avvenuto “in convenzione” i costi si sarebbero ridotti del 50% almeno.
Questa premessa è necessaria per comprendere che il degrado odierno delle periferie urbane della nostra città riviene da lontano.
Infatti tutte le somme incassate allora dal comune di Andria e rivenienti dai condoni e dai costi di costruzione e oneri di urbanizzazione non sono mai stati investiti su quei territori, come previsto, invece, dalla stessa legge 47/85.
Non sono stati portati i servizi di prima necessità e mentre la gente continua a vivere in condizioni da terzo mondo, senza neanche i minimi servizi degni di una Società Civile, i nostri (?) amministratori e pretendenti tali, continuano a speculare e fare campagna elettorale demagogica e speculativa su questi argomenti, giocando ancora sulla pelle dei poveri cittadini “emarginati”.
La legge regionale 40/86, inoltre, prevedeva, nelle città interessate dal fenomeno abusivismo edilizio, il Recupero delle Periferie, i famosi P.D.R. (Piani di Recupero).
Poiché anche i P.D.R. vennero disattesi, il fenomeno riprese a proliferare fino al 1994, quando avvenne l’altro condono edilizio con la legge 724/94.
Altro scempio, altri affari per i “Professionisti” andriesi, sempre seduti accanto ai politici nostrani.
Potrei raccontarvi infinite vicende che hanno visto la figura del sottoscritto in primo piano, spronando le Amministrazioni Comunali affinché recuperassero le Periferie e si mettesse la parola fine al fenomeno abusivo.
Affinché non si ripetesse più il fenomeno, come Presidente della L.A.C. mi misi in prima fila per l’intera città, al punto da unire altre Associazioni, a livello regionale, affrontando quel condono edilizio, nel rispetto della Legalità.
Il 19 ottobre 1994 fummo ricevuti dal Sottosegretario ai Lavori Pubblici Nania, dall’Architetto Tarantini e dal Giurista Pascone per discutere sulle modalità di pagamento del condono.
Grazie a quell’incontro fui proprio io a suggerire ai presenti di estrapolare l’art. 34 ex legge 47/85 e di inserirlo nella Legge Finanziaria 724/94.
Nonostante l’approvazione del Piano Regolatore Generale di Andria, nel 1995, ad Andria si continuò a costruire abusivamente e fu in questo momento che il sottoscritto, battagliero si ma non stupido né approfittatore, mollò la battaglia perché lo strumento urbanistico c’era ed andava rispettato.
Perché non hanno fatto la stessa cosa Politici e Professionisti che, invece, continuavano a speculare su questo ulteriore abuso edilizio, sanato dall’ultimo condono?
Questa è la breve ma intensa storia che questa città ed i suoi cittadini hanno dimenticato troppo presto.
Sicuramente, però, se ne ricordano molto bene coloro che ne hanno tratto vantaggi economici, e non parlo dei poveri cittadini ma dei personaggi che hanno comandato la città in quei decenni.
Vogliamo parlare dell’area ove è sorto il Centro Commerciale Mongolfiera e di tutto ciò che vi è girato attorno?
Lasciamo perdere, SIAMO IN CAMPAGNA ELETTORALE!
VOTATECI E VI SVELEREMO ALTRI SEGRETI DEL “PALAZZO”.