Andria e i suoi monumenti storici: la mano degli stupidi e l'incuria degli amministratori
Così come un bambino, un gioiello, un capo di abbigliamento importante, un’automobile ma anche una bella signora vanno curate per esaltare la loro bellezza, così i nostri Monumenti storici andrebbero trattati. Invece no.
Continuiamo a leggere interventi che noi stessi sin dallÂ’anno 2005 denunciamo, circa il degrado e i danneggiamenti che gli stessi Monumenti cittadini continuano a subire, fornendone apposita documentazione fotografica.
Qualcuno potrebbe tornare con il solito ritornello “scaricabarile” affermando che questa è una città dove i vandali hanno libero arbitrio; che gli stupidi sono sempre all’opera e che è difficile rimediare a queste situazioni.
Allora cosa potremmo fare?
Innanzitutto non far prevalere la cultura dell’immunità , lasciando spazio al pensiero malvagio secondo cui qui tutto si può fare, restando impuniti, poi un diverso modo di curare l’arredo urbano e la nostra pregiata architettura storica.
Sono tanti gli appelli che si sono succeduti sullÂ’argomento, negli ultimi tempi; da quello di singoli cittadini ad Associazioni quali lÂ’A.N.M.I. di Andria, la Pro-Loco, Comitati di Quartiere e dellÂ’Associazione Io Ci Sono!
Appelli inascoltati dagli stupidi ma anche poco accolti da chi deve fare il proprio dovere istituzionale.
Per esempio il Monumento ai Marinai, sito in Piazza Trieste e Trento, ad Andria, pur essendo collocato sotto il naso della sede della Polizia Municipale, tutte le sere, puntualmente, è oggetto di attacchi da parte di giovani, che in quel luogo vi fanno quello che vogliono, indisturbati e senza timore di telecamere che, evidentemente, sono cieche e dello stesso Comando dei Vigili, sito proprio in quel luogo.
Se qualcuno pensa che stiamo qui solo per criticare e demolire si sbaglia, di grosso.
La nostra Associazione fa notare che la Statua in bronzo “La Vittoria Alata”, un capolavoro unico e raro dei nostri Maestri fabbro-meccanici della stimata e rinomata Famiglia andriese “Ruta”, realizzatrice dell’Opera, è rimasta collocata sull’arcata centrale del Monumento ai Caduti di Tutte le Guerre ad Andria, dalla sua inaugurazione fino al momento in cui, con la scusa di dare il bronzo alla Patria, venne rimossa, insieme al busto di Matteo Imbriani, sito nell’omonima Piazza.
Quello di Imbriani venne sostituito con un altro busto ma in pietra e riposto nella stessa piazza, mentre la “Vittoria Alata” non è mai stata ripristinata né tanto meno si sa ancora, a distanza di oltre mezzo secolo, che fine abbiano fatto gli originali in bronzo.
Oggi tutte le Associazioni degli ex-combattenti si stanno adoperando affinché, in collaborazione con l’Amministrazione comunale di Andria, copia identica della “Vittoria Alata”, in bronzo, venga collocata nel suo luogo originario.
Tutto questo deve portarci ad unÂ’ultima riflessione:
Non sarebbe bello se si avviasse un’approfondita indagine, da parte della Benemerita Compagnia dei Carabineri per la tutela del patrimonio culturale e artistico, al fine di risalire alla verità su che fine abbiano fatto gli originali in bronzo delle Opere trafugate? Non sarà che qualche privato si è arricchito illecitamente?
Agli Amministratori diciamo:
poiché l’incuria e gli attentati ai Monumenti andriesi sono pane quotidiano, non pensate che si rischia di fare la stessa fine del Monumento di S. Francesco, in Piazza S.M. Vetere, tanto caro al compianto prof. Fuzio, Presidente dell’allora Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi di Guerra?
Quando è stata rifatta la Piazza S. M. Vetere quel Monumento, costato denaro ma anche tanta passione del Prof. Fuzio, venne distrutto, salvando e ricollocando in quel luogo solo la statua di S. Francesco.
Non sarebbe stato opportuno recuperare anche il Monumento? Chi lo ha distrutto sapeva quello che faceva? Conosceva la sua storia? O forse si pensa che demolire un Monumento sia come portare una vecchia auto allo sfasciacarrozze, facendo rivoltare nella tomba illustri nostri concittadini?
Non è che anche altri Monumenti esistenti ad Andria rischiano la stessa fine?
Riflettiamo...