UCI Cinemas Andria: 4 licenziati e 6 ricollocati; nonostante le trattative la struttura è smantellata

Il gestore del Multiplex smonta tutto e chiude le trattative con i sindacati per i lavoratori
Redazione 17 Agosto 2009 notizie 1481
UCI Cinemas Andria: 4 licenziati e 6 ricollocati; nonostante le trattative la struttura è smantellata


Triste il finale di una vicenda che resta con contorni chiaro scuri. Il multiplex di Andria, infatti, chiude con il suo gestore attuale la multinazionale Uci Cinemas e lascia la struttura alla proprietà che adesso dovrà cercar di proseguire l’attività cinematografica. Dopo il bailamme di voci, smentite e dichiarazioni, tuttavia, resta l’impossibilità di discussione tra le parti per la trattativa per l’affitto del locale in c.da Barbadangelo e la chiusura della concertazione con il sindacato per il licenziamento e la ricollocazione del personale del multiplex di Andria. “Chiuso l’accordo con la direzione aziendale Uci Cinemas – dice Liano Nicolella, Segretario Generale BAT della CGIL - a fronte di paventati 10 licenziamenti, si è concordato di trasferire 6 unità a Molfetta; di questi due hanno conservato le proprie ore di lavoro, mentre 4 sono stati ricollocati con un part-time ridotto da quello di partenza di Andria. Le 20 ore settimanali di questi 4 lavoratori sono state ottenute grazie soprattutto alla rinuncia degli altri 4 dipendenti che hanno permesso una redistribuzione maggiore delle ore lavorative. Per i 4 dipendenti licenziati, invece, vi sarà una indennità speciale pari a 6 mensilità; loro hanno rinunciato all’offerta della proprietà – ci tiene a specificare Liano Nicolella - perché la proposta di part-time data dall’azienda era insufficiente sotto il profilo reddituale, tenuto presente che si sarebbe passati dalle 40 ore settimanali, alle 20 ore, da svolgere a Molfetta e naturalmente con le spese di spostamento a carico dei dipendenti stessi. Per i 4, inoltre, è stata chiusa la procedura di licenziamento collettivo ai sensi della legge 223/91 ed avviate le pratiche di iscrizione nelle liste di mobilità”. Fino a questo momento, tuttavia, il pensiero di una soluzione positiva delle trattative è sempre stato paventato da tutte le parti in causa. Di fatto, ora, l’Uci Cinemas, proprietaria di tutte le attrezzature all’interno del locale, sta provvedendo a smantellare tutte le proprie dotazioni lasciando pochi dubbi su di un possibile ripensamento futuro: “E’ stata una trattativa faticosa – prosegue il Segretario Generale della CGIL della BAT - per alcuni tratti l’azienda non ha posto tutte le carte in tavola. E’ d’uopo ricordare e ringraziare con molta convinzione le amministrazioni pubbliche, Comune di Andria e Provincia BAT, che per le loro competenze hanno e stanno svolgendo un ruolo importante di mediazione e di fermezza nei confronti di una tematica di così grande importanza. Ovviamente noi chiediamo – precisa Liano Nicolella - che alla ripresa della normale attività amministrativa, sia il Comune di Andria che la Provincia BAT, riprendano immediatamente la questione poiché nell’accordo sindacale sottoscritto vi è una clausola specifica che obbliga l’UCI Cinemas, nel caso di un loro ritorno ad Andria, a riassumere tutti i dipendenti esattamente come all’atto di chiusura dell’attività su Andria. Inoltre la proprietà dell’immobile si è impegnata, con le istituzioni, a garantire l’attività cinematografica in quell’immobile, ma soprattutto a garantire occupazione a chi ha perso il proprio posto di lavoro in questo tumultuoso agosto”. L’opera di mediazione svolta dalle istituzioni, ed in particolare dal Presidente della BAT, Francesco Ventola e dall’Assessore al ramo, Pompeo Camero, nonché dal Sindaco di Andria Vincenzo Zaccaro, ha fino ad ora fatto si che vi fosse una proposta di ingente abbattimento del canone di locazione da parte della “Italiana Alimenti” nei confronti del gestore Uci Cinemas, che, tuttavia, non ha ancora trovato risposte. Aldilà degli accordi raggiunti, tuttavia, resta l’incognita di posti di lavoro persi per strada ed un polo culturale chiuso per questioni meramente economiche: “La richiesta di fondo è che ognuno onori gli impegni presi – conclude Liano Nicolella - anche perché viene meno sul territorio un polo culturale di estrema importanza per tutto il territorio provinciale e non solo. Spesso si richiama il costo della vita più basso delle regioni del mezzogiorno; ebbene io vorrei un costo della vita più alto ma la possibilità di avere salari più alti per spendere soprattutto nella cultura che nelle regioni del nord-Italia è prassi consolidata con cinema, teatri e così via. E’ questa la vera differenza e la vera sfida per il futuro!”

Bipress Andria

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