Ipercoop, Mongolfiera, Uci Cinemas: una breve storia di assunzioni, una lunga storia di licenziamenti
Sono passati oltre dieci anni da quando l’Ipercoop pose le sue “profonde radici” anche nella provincia di Bari, aprendo il suo primo Ipermercato, all’interno del Centro Commerciale Mongolfiera, ad Andria; l’anno 2002 fu la volta di Barletta.
Tutti ricordano le fasi preliminari che accompagnarono quell’apertura la quale interessava parecchio il “mondo degli affari” locale, che ambiva a fare parte di quel “Progetto”; si pensi che il Consiglio Comunale di allora, pressappoco della stessa natura di quello odierno, riusciva a mutare addirittura la collocazione di quel “mostro”, che avrebbe dovuto sorgere in via Canosa, portandolo in Via Barletta, ove oggi è ancora allocato, grazie ad una variante di quelle che un fulmine, al confronto, è lento come una lumaca.
Affari, è vero, grandi affari per tutti e, sullo sfondo, due “pilastri” che servivano per convincere l’intera Comunità della bontà di quel progetto.
Da una parte i Politici, sempre quelli, che, dovendo giustificare le loro scelte “accondiscendenti”, continuavano a ripetere che il Centro Commerciale “Mongolfiera” avrebbe dovuto essere “la vetrina” della città di Andria; dall’altro i Sindacati che profondevano l’illusione, consci della loro malafede, di un’ondata occupazionale che avrebbe risollevato le sorti di migliaia di disoccupati andriesi.
Per quanto riguarda le affermazioni dei Politici, cui nessuno ha mai creduto, naturalmente, si può tranquillamente affermare, a distanza di tanti anni, che “la vetrina si è infranta”, anzi non è mai neanche stata allestita; per quanto riguarda i Sindacati, è ovvio che la loro malafede sarebbe subito emersa per quella che era, tanto che si passò subito dalla gioia per le allora circa 500 unità assunte, delle quali oggi ne rimangono meno di 200, con contratti part-time e salari medi di 600 euro, alla presa di coscienza che quell’occupazione “non era buona occupazione” ed ecco che oggi, quegli stessi Sindacati additano la Coop di trattare i dipendenti “come teste tagliate”.
Ora si assiste ad una generale mobilitazione, giusta, per evitare l’annunciata chiusura della Multisale “UCI Cinemas“, che significherebbe anche il licenziamento dei dipendenti che vi lavorano, sempre con contratti “particolari”.
In un periodo di crisi come questo ci sembra strano che la proprietà dell’immobile cioè la “La società Italiana Alimenti”, i cui soci sarebbe interessante conoscere chi siano, non sia disponibile ad una revisione del canone di locazione con l’UCI Cinemas Italia, quindi la domanda che comincia a diventare il tormentone estivo è questa: “che fine farà quella struttura?”.
Secondo il nostro modesto parere una previsione di destinazione esiste già ed è forse questo che da una certa “sicurezza” alla “proprietà”.
Quindi cosa succederà dopo la chiusura della Multisala?
In verità crediamo che seri dubbi debbano porsi rispetto al destino non solo della Multisala ma dell’intera struttura di Via Barletta; che essa sia in crisi rispetto alle previsioni è chiaro; che il numero dei dipendenti sia stato ridotto di oltre il 50% (senza che nessuno abbia mai fiatato!!! – che vergogna!) è un'altra certezza; che il vicino Ipercop di Barletta abbia richiesto, ottenendola, l’ampliamento della superficie di vendita di altre parecchie migliaia di metri quadrati è scritto negli atti regionali e comunali, quindi i dubbi che l’intera struttura di Andria possa subire una profonda “metamorfosi” è più che probabile.
Se ciò dovesse accadere possiamo facilmente immaginare gli scenari futuri; scenari che renderebbero felici in molti e straricchi molti altri.
Intanto la città di Andria continua a perdere “pezzi di cultura” e “contenitori storici”.
Al posto del celebre “Cinema Nuovo” in Via R. Margherita, ci sono i “palazzi”.
Al posto dell’ex ”Arena Marconi” in Via L. Bonomo, ci sono i “palazzi”.
Al posto dell’ex “Arena Astra”, in Corso Cavour, ancora “palazzi”.
Dopo tutto ciò di cosa dovremmo meravigliarci se anche in Via Barletta dovessero sorgere “altri palazzi?”
Pensate che affare, per tutte le specie “disumane”!
Le scommesse sono aperte!