Savino Montaruli commenta le parole di Mons. Raffaele Calabro, Vescovo di Andria
Le parole pronunciate dal nostro Vescovo, Mons. Raffaele Calabro durante la celebrazione del Corpus Domini, domenica 14 giugno, in una stupenda Cattedrale splendidamente restaurata e colma di fedeli, risuonano come colpi di cannone.
Ero certo che il nostro amato Vescovo, allÂ’interno della Liturgia, dovesse fare cenno alle vicende politiche che stiamo vivendo e lo ha fatto, con il suo stile semplice ma forte e deciso; con il tono della sua voce mai incerto.
Mons. Calabro, infatti, non ha alcun timore ad affermare che la politica non può vivere di litigi, di personalismi e di ambizioni ed interessi personali. Quando il vescovo parla del concetto di “bene comune” sa molto bene a cosa si riferisce e tutti coloro che continuano ad abusare di questo concetto, usandolo come paravento, dovrebbero smetterla.
Eccezionale, infine, il riferimento del Vescovo alla “sacralità ” della domenica, quando cita quello che fu il motto del Congresso Eucaristico nazionale di Bari cioè "Senza la domenica non possiamo vivere", attribuito ai 49 martiri di Abilene che nel 304 hanno preferito, contravvenendo agli ordini dell'imperatore Diocleziano, andare incontro alla morte piuttosto che rinunciare a celebrare il giorno del Signore.
Grazie Mons. Calabro, per aver lanciato questi messaggi; per aver chiaramente affermato che non può esistere una città che non vive nel Signore; per aver svegliato le coscienze di quanti stavano ad ascoltarla, seppur nell’assenza di quasi tutti i personaggi che “gestiscono” la politica locale, sempre presenti e impegnati, invece, sino a qualche settimana fa per le motivazioni che tutti conosciamo.
Era il 22 aprile 2009 quando sugli organi di stampa alcuni cittadini andriesi, con ruoli ed incarichi politici, accusavano la Chiesa andriese di “non avere coraggio e di essere silente sulle questioni cittadine”, affermando, altresì che “il silenzio della Chiesa sulle tematiche sociali è intollerabile”.
ChissĂ cosa penseranno, oggi, questi soggetti, di fronte a questo grande messaggio del nostro Vescovo.
Se oggi questa città si sta interrogando sul proprio futuro e se stanno cadendo le ipocrisie e le falsità che hanno tenuto insieme, apparentemente, uomini e donne nella recente campagna elettorale, i quali oggi si manifestano per quello che veramente provano gli uni per gli altri, cioè rancore e sentimento di vendetta, è anche merito di quanti continuano ad avere coraggio e senso di appartenenza, proprio come Lei, Amato Vescovo.
Deferenti saluti al nostro Vescovo, Mons. Raffaele Calabro.
Savino Montaruli